Descrizione
Dopo i recenti tentativi di colonizzazione da parte delle multinazionali dell’eolico arriva l’ennesimo sonoro schiaffo alla dignità dei territori e della Sardegna con l’inserimento di otto aree, che corrispondono a quattordici comuni dell’isola, nella Carta Nazionale delle Aree Idonee a ricevere le scorie nucleari.
È assurda la pretesa di trasformare l’isola in una pattumiera per le scorie che provengono da quattro ex centrali nucleari chiuse dopo il referendum abrogativo del 1987, oggi stoccate in buona parte in Gran Bretagna e in Francia.
Il Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna è pronto a dare battaglia per non consentire questo scempio che calpesta la volontà dei sardi espressa con forza e compattezza nel 2011, con il referendum consultivo popolare che aveva visto un voto contrario per il 97% alla localizzazione delle scorie radioattive nell’isola.
“Certo quella consultazione, non aveva per sua natura un carattere vincolante per il legislatore ma oggi, a distanza di dodici anni, è inaccettabile che il popolo sardo - sottolinea la presidente Cal Paola Secci - venga svilito e riceva l’ennesimo schiaffo. È triste rilevare che i diversi governi succeduti nel corso del tempo non si siano mai dimostrati amici dell’isola e anziché aiutarci ad uscire dall’atavica arretratezza continuino ad affossarci. Sia chiaro sin da ora - ribadisce la presidente del Cal - che nessun territorio dell’isola darà la sua adesione alla possibilità paventata dal Governo per gli enti territoriali e le strutture militari, di presentare candidature alternative, entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta. Siamo pronti a scendere in piazza, se necessario - conclude Paola Secci - per preservare la nostra isola e rivendicare con forza la volontà di proteggere e valorizzare la nostra cultura millenaria, le bellezze naturalistiche e l’immenso patrimonio storico archeologico”.
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Ultimo aggiornamento
15/12/2023 13:17